Bologna
Alla fine del pasto la prima impressione che ho maturato (quella dell’istinto, la più autentica) dopo una prima sintesi, mi ha indotto ad esclamare “ questo chef è padrone della materia”
Non può deludere perché risponde alle aspettative, sempre. Niente azzardi, tanta concretezza e, a mio avviso, una proposta equilibrata, rispetto a quella di tanti ristoranti più blasonati e osannati.
Cucina seducente e materica, che arriva direttamente al cuore, che cattura il gusto, che percepisci come immediata e appagante a prima vista, anzi al primo boccone.
Alcuni piatti sono decisamente emozionanti, e, anche se non tutto è perfetto, il livello resta sempre elevato.
Materia prima di grande qualità e poi ricerca, senza eccessi e senza indulgere a estremismi palatali.
Il resto lo fanno la contaminazione culturale, lo chef Mario Ferrara è di origini lucane, e la curiosità, la passione, che portano il Nostro a confrontarsi con altri maestri, come si apprende dal menù, dove è scritto che alcuni piatti sono stati ideati in simbiosi con autorevoli esponenti dell’elite gastronomica cittadina.
Certo è che si tratta di un locale per cultori dell’enogastronomia, dove non si va per caso o solo per trascorrere una serata in compagnia. Qui, l’atmosfera lo fa capire, si viene per il piacere di provare emozioni, per degustare, per cogliere sfumature sensoriali, per ascoltare il palato, per entrare in sintonia con una cucina che parla di sé e che cerca interlocutori attenti.
In effetti l’atmosfera è ovattata, raccolta, quasi da biblioteca, siamo ben lontani dal fastidioso vociare di certe sale, gli avventori sanno bene dove si trovano e dimostrano rispetto. Sintomatico è apparso l’atteggiamento di una coppia di gastronauti quarantenni, probabilmente sospinti su questi lidi da evidenti affinità elettive, che, ad ogni assaggio, quasi estasiati, ammiccavano, e, senza parlare (come si addice ai veri degustatori), incrociavano gli sguardi con espressioni di compiaciuta meraviglia e ne avevano ben d’onde.
La carta è sufficientemente articolata per soddisfare ogni tipo di palato e di esigenza, le proposte sono tali da far capire che ogni piatto è frutto di attenta preparazione e studio, niente è lasciato al caso e nessuna proposta è banale. Suggerisco l’alternanza dei paitti, per uscire con meno rimpianti, posto che la scelta tra proposte sempre accattivanti non è facile.
Accanto ad alcuni piatti poi appare la chiocciolina di Sloow Food a riprova del fatto che gli in gradienti sono scelti con cura.
Poiché l’offerta è in continua evoluzione non mi soffermo sui piatti (il menù del resto si può leggere nel sito, www.ristorantescaccomatto.com), dirò soltanto che paccheri e cavatelli mi hanno convinto assai e che ogni piatto è composto da pochi ingredienti combinati in modo magistrale.
Come anticipato, lo chef spiega, nel menù, che alcune ricette sono state elaborate in collaborazione con altri chef a riprova di un atteggiamento aperto e pionieristico.
Il “laboratorio gastronomico” immanente è stato impreziosito da un eccellente Montepulciano d’Abruzzo Marina Cvetich dell’Azienda Masciarelli (a proposito, ottima la carta dei vini, che con grande sorpresa presenta persino il rarissimo e blasonato rosso Montevetrano – prodotto dalla brava e coraggiosa Silvia Imparato sui monti Picentini – ad un prezzo molto ragionevole).
Il servizio è accurato e complice, la sala è sobria, il prezzo medio è onesto se si considera la elevata qualità dell’offerta (50 €, vino escluso; inoltre sono previsti due menù degustazione rispettivamente di carne e pesce rispettivamente a 45 e 50 €) . Lunga vita a questo locale e alla sua orchestra.
Rist. Scacco Matto
Via Broccaindosso, n. 63, Bologna,
051.263404
www.ristorantescaccomatto.com
Chiusura: Lunedì a pranzo
PS Per un completo ed esauriente tour gastronomico proprio sotto le due torri consigliamo la gelateria Il Gelatauro che non è una gelateria classica, ma una felice commistione tra gelateria, cioccolateria, e caffè, una vera e propria esplosione di gusto, di odori e di sapori. Questo gelato ha sedotto anche Jacob Kenedy, il titolare del prestigioso ristorante ‘Bocca di Lupo’ a Soho, che dopo avere assaggiato questa eccellenza ha affermato: non si può morire prima di avere assaggiato questo gelato . Il Gelaturo a pochi passi dalle due torri. Aperto tutto l’anno tranne agosto.